Il mio Pensiero Economico

RIFERIMENTI GENERALI
LA FILOSOFIA DELL'ECONOMIA

Il mio pensiero e le mie teorie economiche sono esposte nei miei libri.
Su questi argomenti ho pubblicato: "La psicologia del sistema economico-finanziario" (Seneca Edizioni, Torino, 2009) e "La distribuzione dei flussi" (Seneca Edizioni, Torino, 2010).
Nel 2017 è uscito "Capire l’economia per capire il mondo" per la prestigiosa casa editrice Hoepli. In futuro pubblicherò altri libri di argomento economico o con un ruolo comunque centrale dell'economia, che è il motore principale dell'agire umano.
Curo la Newsletter mensile Punti di vista e il Report Giornaliero di analisi dei mercati.

Studio dal 1991 il sistema economico-finanziario e le interazioni fra le parti del sistema. Essendo un filosofo che si dedica ai mercati, nel tempo ho creato la filosofia dell’economia.
Ho applicato il principio di causa-effetto e la teoria del caos ai fenomeni economici e di mercato, osservando e codificando le correlazioni in essere tra il sistema e le parti del sistema, e tra le singole parti, anche nel loro dinamismo.
Ho elevato la ricerca profonda dell'essenza a obiettivo, principio e regola metodologica di ogni studio, rifiutando l'apparenza come target non sufficiente a rappresentare i fenomeni: da qui nasce, ad esempio, la considerazione sull'incapacità dell'analisi tecnica, da sola, di spiegare e prevedere i movimenti dei mercati.
Sono stato il primo in Italia ad occuparmi di correlazioni fin dalla metà degli anni ’90. Nell'ambito della mia teoria generale delle correlazioni ho costruito la teoria dell’equilibrio efficiente e la teoria della distribuzione dei flussi.


Le regole di correlazione come motore di funzionamento dei mercati

Le regole principali di funzionamento del mercato sono legate alla relazione tra valore e prezzo e alla Teoria di Correlazione. Ecco alcuni dei principi generali che regolano il funzionamento del sistema, e che stanno alla base della Teoria di Correlazione.

❑    Il sistema è fatto di parti.
❑    Ogni parte è correlata con il tutto e le altre parti.
❑    Ogni parte è influenzata dal tutto e dalle altre parti e contribuisce a sua volta influenzare il tutto e le altre parti, secondo il proprio peso e ruolo nel sistema e il tipo di correlazione in essere.
❑    Ogni cosa che avvenga in una parte del sistema, ogni notizia, ogni evento, ogni dato, ogni aspettativa è causa che produce nuovi effetti, esercitando un'influenza sul sistema e sulle altre parti. Ciò vale sia per fatti reali, sia per le attese e tutti gli aspetti relativi al consenso. Notizie, eventi e dati producono effetti più rilevanti quando sono inattesi del tutto, ma agiscono anche nel loro verificarsi in linea o diversi dalle attese, e persino nel loro verificarsi o non verificarsi.
❑    Ognuno di questi elementi determina in modo unitario, generale e sistemico, modifiche nel valore di tutti gli asset quotati. A quel punto tutti i prezzi si muovono, più o meno velocemente, per ritrovare l’equilibrio precedente con il valore sottostante e con tutti gli altri prezzi, a partire da quelli delle parti più vicine e affini.
❑    Tutti gli strumenti quotati hanno un valore e un prezzo. Il valore è un concetto oggettivo, facilmente misurabile. Il prezzo è una proxy del valore e tende al valore.
❑    Il prezzo non ha una dinamica autonoma, ma è esclusivamente una proxy del valore e rappresenta il valore sottostante. Ecco perchè l'analisi tecnica non è in grado di offrire nessun aiuto importante, se non è integrata da studi e analisi sul valore.
❑    Ogni prezzo cerca ininterrottamente un equilibrio efficiente con il valore sottostante e con tutti gli altri prezzi, secondo fattori di correlazione predefiniti e misurati dai vari fattori Beta.
❑    Il valore si muove per motivi sistemici che valgono nello stesso modo per tutte le parti, e per motivi specifici che valgono (almeno inizialmente) solo per la parte interessata.
❑    Il valore e i meccanismi di generazione del valore, ad esempio l'utile delle aziende, sono basati dunque su due ordini di cause: motivi di ordine sistemico, che agiscono nello stesso modo su tutte le parti del sistema, e motivi specifici aziendali, che dipendono solo dalle scelte e caratteristiche della singola azienda.
❑    I meccanismi di generazione del valore ricevono input sistemici per almeno due terzi della variazione del valore, e da motivi specifici per la parte rimanente (circa un terzo).
❑    Ne deriva che tutte le grandezze che rappresentano il valore, sono sempre correlate e hanno per almeno due terzi una dinamica unitaria e convergente.
❑    Anche tutti i prezzi sono dunque correlati: i loro movimenti tendono a replicare determinate logiche di contiguità, somiglianza e affinità che rientrano nella logica di correlazione e le danno forma. Il disallineamento può essere al massimo di circa un terzo. E non è detto che questo terzo rimanente sia di senso diverso. Quando è tutto coincidente le correlazioni sono perfette.
❑    Tutti i movimenti di tutti i prezzi, su tutti i mercati, tendono a replicare con una ridotta approssimazione gli input sistemici. Ovviamente parliamo solo dei sistemi aperti, dove gli input si trasmettono con efficienza. Inoltre parliamo di fasi di “normalità”, in cui gli input si trasferiscono da una parte all’altra del sistema in modo lineare, codificato e dunque prevedibile.
❑    Ogni mercato, ogni asset class, ogni strumento, ogni prezzo replica l'input iniziale sistemico secondo un coefficiente Beta che rappresenta il suo grado di correlazione rispetto al sistema.
❑    Tutti i prezzi si muovono dunque, fatto salvo un terzo circa di elementi specifici, secondo una griglia di correlazioni fisse, cosa che li rende prevedibili.
❑    Questa è l'origine delle correlazioni. Ricordiamo che la DF è una teoria di correlazione, specializzata nello studio e nell'analisi della relazione tra Bond risk-free e mercati azionari, nella sua capacità di evidenziare il sentiment positivo o negativo, cioè la propensione o avversione al rischio degli investitori sul mercato in un certo istante, e dunque la condizione Risk-on o Risk-off e rispettive varianti.


IL QUADRATO DELL'ANALISI

Premessa

La struttura del mio metodo generale di analisi guarda l'intero sistema economico-finanziario da ogni punto di vista. Vengono studiati il valore, il prezzo e l'interazione tra valore e prezzo. Il valore è dinamico; il prezzo tende ininterrottamente al valore e si muove in funzione della variazione del valore.
Le dinamiche di valore e di prezzo vengono studiate sia con riferimento generale all'intero sistema, sia con riferimento specifico alle singole parti che lo compongono.
Il valore è un concetto oggettivo, facilmente misurabile; è dinamico e può cambiare.
Il prezzo è una proxy del valore: non ha una dinamica autonoma ma rappresenta il valore, tende ininterrottamente al valore e si muove in funzione della variazione del valore sottostante. Tutti vedono il prezzo ma non tutti conoscono il valore, quindi il prezzo cambia in modo meno logico, a volte temporaneamente scorrelato dal valore.
Per dare un raccordo a queste diversità complesse ho costruito un metodo di analisi basato su più parti e su più segmenti successivi, chiamato quadrato dell'analisi, che è composto da analisi economica, analisi fondamentale, analisi della distribuzione dei flussi e analisi tecnica.

Il quadrato dell'analisi

Il quadrato dell'analisi può essere usato per attività di analisi funzionali sia all'investimento, sia al trading.
Funzionalmente a logiche di investimento il percorso inizia dall'analisi economica, passa dall'analisi fondamentale e si conclude con l'analisi tecnica.
Funzionalmente a logiche di trading il percorso inizia dall'analisi economica, passa dall'analisi della DF (distribuzione dei flussi), che riveste qui un ruolo prioritario, e si conclude con l'analisi tecnica.
L'analisi economica è sempre l'inizio, l'analisi tecnica è sempre la fine del percorso. Nelle attività di investimento è più importante, direi necessario, approfondire il valore; nel trading conta di più il prezzo, che pure si muove seguendo i cambiamenti del valore. La DF è poco importante nelle scelte di investimento, ma è basilare nelle attività di analisi funzionali al trading.





(quadrato dell'analisi)

Perché le operazioni siano monetariamente adeguate a chi le esegue, è necessario costruirle rispettando il money management, ovvero l'insieme di regole operative che ognuno deve darsi prima di iniziare stabilmente a lavorare sui mercati.
Per essere equilibrati e stabili nel rispetto disciplinato del metodo e del money management bisogna anche conoscere sé stessi e le regole della psicologia, soprattutto di alcuni nuovi filoni di studio funzionali al trading, e saperle adattare a sé stessi.





(quadrato dell'analisi operativo)

L'analisi economica

L'analisi economica si occupa di capire se il sistema cresce o decresce, con implicazione a cascata su tutte le singole parti componenti (ad esempio le aziende). Considerando il sistema economico come un modello che si muove per dinamiche di causa-effetto, l'analisi economica studia gli eventi e studia i motivi (cause) per cui certi sviluppi dovrebbero accadere (effetti).

Tra le variabili monitorate ci sono i dati macroeconomici nella continua modificazione del consenso, e nel confronto tra dati usciti e consenso. Il consenso sui dati futuri cambia continuamente, per cui cambia continuamente il valore percepito dell'intero sistema e delle singole parti, come le azioni, e dunque i loro prezzi, che si adeguano più o meno velocemente al valore.
                    
Anche il rischio geopolitico e gli eventi che concorrono a formarlo e a modificarlo sono nuovi oggetti di studio dell'analisi economica.


L'analisi fondamentale

L'analisi fondamentale studia le dinamiche di valore delle aziende. Il valore, o fair value, di un'azienda è dato dalla somma attualizzata degli utili futuri. Per gli utili futuri viene considerata la misura (dinamica) del consenso degli analisti scontata, cioè riportata ad oggi, dividendola per un tasso corretto per il rischio.
L'idea di valore di un'azienda dipende dunque dal consenso sugli utili futuri e dai fattori di sconto (tasso e rischio): tutto ciò cambia continuamente per motivi sistemici (cfr. analisi economica) e per motivi specifici aziendali (cfr. analisi fondamentale).

L'analisi fondamentale dinamica è un tipo di analisi fondamentale quantitativa, di mia costruzione, che integra lo studio dei numeri aziendali con il dinamismo del quadro economico. Il punto di partenza è che il valore individuato dall'analisi non è fisso ma continuamente dinamico. Ciò va incontro all'evidenza di prezzi molto dinamici: tendendo al valore, i prezzi sono continuamente alla ricerca di nuovi equilibri rispetto al valore, che continuamente cambia, oltre che rispetto ai prezzi di altri strumenti analoghi.

L'analisi fondamentale analizza la dinamica degli utili attesi, nella loro continua modificazione, e tutto ciò che può contribuire a modificarli, sia all'interno dell'azienda, sia al di fuori, relativamente alle dinamiche di sistema, da cui ogni azienda è condizionata e rispetto al quale ogni azienda ha un diverso grado di sensibilità a seconda del settore, della dimensione e altro.

L'ambito di applicazione più importante dell'analisi fondamentale è il confronto tra valore e prezzo, per verificare se il prezzo è inferiore al valore, generando un'indicazione di acquisto, o superiore al valore, generando un'indicazione di indifferenza o di vendita. Altro ambito molto importante è la comparazione tra i rapporti valore/prezzo, e altri ratios, di aziende operanti nello stesso settore, in modo da individuare quelle più interessanti. Questo tipo di analisi viene svolta a monte della costruzione del portafoglio efficiente.


La distribuzione dei flussi

La distribuzione dei flussi (DF) è un modo nuovo per guardare i mercati. E' una teoria di correlazione che mette in relazione l'andamento di alcuni strumenti, con l'obiettivo di desumere l'andamento futuro di un prezzo dal movimento degli altri. Questo è possibile perché tutti i mercati sono correlati.
La DF analizza specificamente la relazione tra Bond risk-free e mercati azionari nella sua capacità di evidenziare il sentiment positivo o negativo, la propensione o avversione al rischio degli investitori sul mercato in un certo istante, e dunque la condizione Risk-on o Risk-off e rispettive varianti: da questa analisi trae un'indicazione direzionale.
La DF vale per tutti i mercati e in tutti gli orizzonti temporali: tuttavia essa è più specifica per gli indici azionari e in un orizzonte temporale intraday.
Analizzando il sistema con la DF abbiamo due condizioni di base, con due varianti di inefficienza.

La condizione Risk-on deriva da una percezione positiva, di crescita del valore e/o diminuzione del rischio. In questa fase i flussi vanno verso gli strumenti più rischiosi, che offrono un maggiore rendimento in condizioni di rischio percepito basso e/o calante. I flussi vanno dai bond risk-free verso i mercati azionari, che dunque salgono, e dalle valute meno growth sensitive (o difensive) verso quelle più growth sensitive. Gli strumenti con un Beta più alto si rafforzano.
La condizione Risk-off deriva da una percezione negativa, di decrescita del valore e/o di aumento del rischio. In questa fase i flussi vanno verso gli strumenti meno rischiosi, che offrono maggiore protezione, in condizioni di rischio percepito alto e/o crescente. I flussi vanno dai mercati azionari verso i bond risk-free, e dunque i mercati azionari scendono; i flussi vanno anche dalle valute più growth sensitive verso quelle meno growth sensitive (o difensive). Gli strumenti con un Beta più alto si indeboliscono.

Ci sono poi due condizioni di inefficienza del modello.
La fase Sell-off, in cui c'è grande pessimismo e si vende tutto, non solo azioni ma anche bond risk-free: i prezzi dei bond scendono e i tassi salgono, senza che a ciò consegua un’indicazione rialzista efficiente riferita ai mercati azionari.
C'è poi la fase Buy-all, opposta alla precedente, e che in genere la segue: in questa fase si compra tutto, non solo azioni ma anche bond risk-free: i prezzi dei bond salgono e i tassi scendono, senza che a ciò consegua un’indicazione ribassista efficiente riferita ai mercati azionari.
Le fasi Sell-off e Buy-all sono fasi di inefficienza, in cui le normali correlazioni non funzionano regolarmente, per cui non è possibile fare previsioni sui movimenti di nessuno strumento.

La DF individua i flussi rilevanti, quelli che muovono il mercato, nel loro spostamento ininterrotto ogni giorno, ogni minuto, ogni istante, dalle attività di rischio a quelle risk free e viceversa. I flussi rilevanti sono sotterranei al mercato, cercano di non farsi notare, ma sono identificabili con la DF. Sono i flussi che iniziano, proseguono o invertono tutti i trend sui mercati, comprese le correzioni. Ripetiamo le quattro fasi.

❑    In condizioni positive, percepite come positive o in miglioramento dello scenario, i flussi rilevanti si spostano verso le attività di rischio, cercando il maggiore rendimento offerto in questa fase dalle azioni, dalle valute o altri asset più growth sensitive.

condizione risk-on ==> salgono i mercati azionari

❑    In condizioni negative, percepite come negative o in peggioramento dello scenario, i flussi si spostano verso le attività risk free, cercando rifugio dalla discesa dei prezzi degli asset di rischio nei bond risk free, nelle valute o in altri asset meno growth sensitive o difensivi.

condizione risk-off ==> scendono i mercati azionari

Queste due condizioni danno forma a oltre il 75% dei casi del mercato. Ci sono poi altre due condizioni che riguardano la rimanente parte dei casi. Analizzando la DF senza correttivi, queste due fasi danno forma a casi di inefficienza del modello.

❑    A volte, nelle fasi di panico, magari per fattori imprevisti, non modellizzati e non prezzati, o per elementi particolarmente negativi, i flussi rilevanti escono indiscriminatamente dalle due asset class coinvolte nell'analisi della DF (bond risk-free e azioni). In questa fase vediamo una vendita non selettiva di tutti gli asset.

condizione sell-off ==> scendono tutti gli asset

❑    Altre volte i flussi rilevanti entrano indiscriminatamente su entrambe le due asset class coinvolte nell'analisi della DF. Sono momenti che in genere coincidono con fasi di ricopertura di posizioni short sorprese da situazioni di veloce e notevole ottimismo, e dunque di acquisto non selettivo di tutti gli asset. Spesso questa condizione segue una fase di sell-off, di cui rappresenta il fisiologico momento di riequilibrio.

condizione buy-all ==> salgono tutti gli asset

Queste ultime due condizioni e la loro codificazione sono scoperte della mia ultima fase di ricerca, iniziata osservando una tendenza generale alla minore efficienza delle normali correlazioni in questa fase storica. Sell-off e buy-all si identificano incrociando l'analisi dei flussi con l'analisi economica e con l'analisi del movimento del mercato. In questi casi (per ora) non è possibile nessun tipo di previsione direzionale e si consiglia di non operare.
Nei casi di efficienza la DF non si limita a formulare ipotesi o scenari probabilistici, come si fa davanti a un grafico studiato con l'analisi tecnica: qui si cercano evidenze di flusso, più o meno chiare e normalmente in anticipo rispetto al movimento dei mercati. Tutto ciò, incrociato con le risultanze dell'analisi economica, dà forma ad un approccio ai mercati che può definirsi scientifico.

L'indicatore DF (www.indicatoredf.com) riproduce e modellizza tutte queste considerazioni in forma numerica, dunque facilmente leggibile e già orientata all'operatività. Esso sintetizza la situazione del mercato in un numero, più altre misure di confronto e valutazione.
Più in dettaglio, l'indicatore evidenzia il valore numerico della DF, la sua condizione, il suo rating, la sua tendenza di brevissimo, il valore dei tassi paragonato all'ultima chiusura, lo Spread BTP-Bund, la valutazione grafica intermarket per valutare visivamente quale mercato è più o meno forte dal punto di vista della DF, il confronto grafico tra DF e ogni singolo mercato (MINISP, Dax e Fib), la DF veloce, che è un trigger di entrata o di uscita, e due trading system che lavorano con la DF.
La logica della DF vale in ogni orizzonte temporale, ma in questa fase storica e per come è costruito l'indicatore DF, la sua efficienza rimane circoscritta all’intraday.

La DF non sostituisce l’analisi tecnica, ma la perfeziona e la integra, formando un metodo di analisi e di trading efficiente e completo.


L'analisi tecnica

L'analisi tecnica è lo studio del grafico di un prezzo con lo scopo di capire il trend e/o desumere determinati livelli a cui è opportuno intervenire sul mercato.
In realtà l'efficienza della DF ci porta a non considerare la ricerca del trend come obiettivo nel nostro utilizzo di questo strumento. La usiamo invece come studio dei livelli, delle aree sensibili di prezzo e dei momenti in cui è opportuno intervenire sul mercato. L'analisi tecnica è infatti l'unico modo per definire il timing e il livello di entrata o di uscita nelle posizioni. In questo modo essa rimane il terminale operativo del nostro metodo, un ottimo e necessario ausilio alla DF nella costruzione delle operazioni.
L'analisi tecnica non è sufficiente, usata da sola, ad offrire tutti gli elementi necessari ad un'operatività vincente. Usando solo l'analisi tecnica le probabilità di comprensione del mercato, e dunque di guadagno, sono molto basse.
I mercati sono irregolari, difficili, spesso manipolati, per cui le certezze assolute non esistono: le perdite sono inevitabili e le attese di profitto devono essere moderate e realistiche. Ma operando secondo uno schema efficiente di analisi e di trading, integrato da un buon money management, i risultati saranno positivi con una probabilità elevata.